
racconto di Federica di Castelnuovo
foto di Emanuela Amadio
Elisa ha 15 anni, grandi occhi verdastri, un mucchio di capelli ricci, pelle chiara e lentiggini sul naso.
È una ragazzina dal fascino acerbo e inconsapevole e come tutte le ragazze intelligenti, alquanto complicata. È sempre al centro dell’attenzione dei suoi compagni di scuola e la più ammirata dalle amiche (le best!).
Indossa spesso shorts e delle simpatiche scarpe da tennis con fiorellini colorati che le ha regalato il papà il giorno di visita del suo turno settimanale: i suoi sono separati.
Elisa con i suoi professori non va molto d’accordo “ha la risposta un po’ troppo pronta” – aveva detto di lei la professoressa di lettere a sua madre. “Come se non avessi già abbastanza problemi” aveva pensato Elisa spegnendo la sigaretta per terra vicino al volantino di un centro commerciale dove era appena stata a comprare un paio di scarpe nuove.
Quelle che portava stavano bene con gli occhiali da sole che aveva sul naso, ma la facevano sentire una specie di Lolita: “non voglio attirare le attenzioni di un vecchio bavoso”. Fino a qualche mese prima Elisa si pavoneggiava del suo bell’aspetto, e gli sguardi degli uomini non le davano fastidio, anzi.
Ora invece gli occhi addosso degli uomini più grandi di lei la facevano sentire sporca e complice.
“E così è questo crescere? che schifo!” pensa fra sé.
Si toglie le scarpe fiorate e gli occhiali e li lascia lì sull’asfalto, sbuffando.
Le scarpe appena prese sono degli stivaletti bassi neri con la suola a carrarmato, comodi e resistenti.
“Se proprio devo camminare per la mia strada, lo farò a modo mio, come sempre”.